Dove ti trovi ðŸ“Home >Asia >India > Tempio d'Oro di Amritsar
Amritsar e il bellissimo Tempio d’Oro in India
Una meraviglia da vedere assolutamente nel distretto di Amritsar, nel Punjab
Oggi andiamo alla scoperta della città santa dei sikh Amritsar e del suo Tempio d’Oro (Sri Harmandir Sahib), ovvero il suo centro spirituale, una meta turistica obbligatoria per chi esplora l'India.
L’etimologia della parola Amritsar esprime già molto del concetto. Mrt in sanscrito è la radice di morte. La A (alfa privativa) significa assenza di morte, immortalità. Sar luogo, città. Quindi, Amritsar è letteralmente la città dell'immortalità.
Le premesse sono già estremamente interessanti, ma cerchiamo di capire di più, con l'aiuto del tour operator Tappeto Volante Viaggi, che ha in serbo molte curiosità su questa destinazione.
Dove si trova Amritsar e per cosa è famosa
Amritsar è una città nello stato federato del Punjab settentrionale, situata in India nordoccidentale ad appena 25 km a est del confine con il Pakistan. Amritsar è la città più grande e importante del Punjab ed è un importante centro commerciale, culturale e di trasporto. Il suo Tempio d'Oro, fulcro del Sikhismo, riceve migliaia di pellegrini ogni anno e pare sia più visitato del Taj Mahal di Agra.
La città di Amritsar, inoltre, è tristemente famosa anche per il massacro di Jalianwala Bagh del 1919, quando centinaia di indiani persero la vita durante questo episodio della lotta d'indipendenza contro l'Impero britannico.
L'origine della religione Sikh e le radici profonde del Tempio
Quando si parla di religioni la ricerca della soluzione al problema eterno dell’uomo si pone al primo piano. Quando le religioni da teologia diventano simbolo solido si creano templi, luoghi di unione al divino sedi di riti simboli crogioli delle tradizioni di popoli.
Questo è del tutto il caso dell'ultima religione nata in India, la più giovane, la religione Sikh, il sikhismo. Ad Amritsar ha sede il tempio simbolo di questa comunità, nonché una delle mete principali dei tour in India, il cosiddetto Tempio d’Oro per la copertura effettuata in lamelle di oro ma il cui nome originario e principale è Harimandir (il tempio di Dio nella forma di colui che cancella la ignoranza).
I Sikh lo chiamano Gurudwara (la porta con la quale si accede al Guru). Guru Nanak è il fondatore di questa religione agli inizi del 1550. Solo 500 anni fa. Durante il XV e XVI secolo in India si è avuta una forte rinascenza di un culto dedicato a Krishna. Ne è stata sede la cittadina natale del divino Krishna, incarnazione del Dio unico Vishnu, la zona di Matura-Vrindavana.
Là si sviluppò un movimento di guru, poeti, storici, che riesumò il culto della Bhakti impregnato soprattutto di dolcezza, poesia, tenerezza e unione con il divino. Non è un caso che fosse al governo uno degli imperatori Mogul più significativi. Akbar infatti aveva un maestro sufi, sposò come prima moglie una donna hindu, era affiliato a congregazioni filosofiche, promosse una forma di unione filosofica fra islam e induismo. I fakiri, i sufi, gli yogi, i mistici in quel periodo erano fenomeno comune alle religioni indiane di quel periodo. Il Sikhismo contrariamente ai pregiudizi è una religione della dolcezza della poesia, ha carattere del tutto proprio anche se è innegabile che incorpori elementi teorici teologici dell’Induismo ed elementi estetici dell’Islam.
La costruzione del Tempio d'Oro e le sue caratteristiche
L’Imperatore Mogul Akbar con sede a Lahore di fronte all'attuale Amritsar donò il terreno ove adesso si trova il Tempio a Guru Nanak ai fini della fondazione. In Italia lo studio dell’architettura e dell’arte in generale del Tempio d’Oro è rimasto fuori dalle aule accademiche. Un oggetto di disinteresse per gli storici e critici d’arte. A livello mondiale questo luogo è stato oggetto di varie definizioni. È stato detto che il progetto del tempio, come ricostruito da Ranjit Singh sia ispirato al santuario islamico di San Mian Mir nella vicina a Lahore.
Il Maggiore Cole lo descrisse come un adattamento di stile maomettano condito con una buona dose di tradizione indù. Percy Brown ritenne che fosse un prodotto della sintesi di influenze indù e musulmani. Altri lo considerano il vertice della bellezza rococò indiana. E’ interessante notare che il Tempio non è di forma ascensionale. Entrando si scende alla vasca delle abluzioni all’acqua del Gange. Ci si immerge nella dolcezza divina.
La struttura principale, la casa dell’Adi Grant (il libro fondante della religione) si erge al centro della piscina sacra come un’apoteosi di oro, marmi incastonati di pietre, decorazioni e forme da capogiro. All’interno, al piano terra, è il Guru Granth Sahib, posto sotto un baldacchino splendido, tempestato di gioielli e affiancato dai cantori che lo leggono per 18 ore al giorno.
Al secondo piano è un padiglione noto come Shish Mahal o Sala degli Specchi progettati in modo da avere un’apertura quadrata al centro per vedere al piano terra il Guru Grant Sahib, il libro sacro. L’interno del Shish Mahal è ornato con piccoli pezzi di specchio, di varie dimensioni e forme, sapientemente intarsiati nel soffitto e le pareti riccamente decorate con disegni floreali. Inoltre al di sopra del Shish Mahal il terrazzo dorato con 4 chioschi agli angoli.
La combinazione di diverse decine di cupole grandi e medie di rame dorato creano un effetto unico e abbagliante, esaltate dal riflesso nell’acqua sottostante di giorno e di notte. Il Maharaja Ranjit Singh ha riparato l’edificio principale nel 1802. Questo atto è ricordato da una scritta sopra l’ingresso al santuario centrale, che recita: Il Grande Guru nella Sua saggezza ha considerato Maharaja Ranjit Singh come suo servitore capo dei Sikh e nella sua benevolenza, gli ha dato il privilegio di servire il tempio.
Per il tetto del tempio del tutto coperto di lastre di rame dorato, lavorò Mistri Yar Mohammad Khan, sotto la supervisione di Bhai Sand Singh. La maggior parte dei pittori e artigiani, che hanno lavorato in vari settori delle arti murali e le pertinenze nel Tempio d’oro, è rimasta sconosciuta.
Nelle parole di Michael Edwardes il Tempio d’Oro è un simbolo incandescente in ricchezza e colore. Ma il Hari Mandir non è un museo, al contrario è un santuario, una parte essenziale della macchina di una fede viva. La partecipazione quotidiana dei fedeli Sikh da tutto il Punjab e da tutta l’India lo rende uno dei templi più autentici e frequentati di tutta l’Unione Indiana (nel sud dell’India ve ne sono moltissimi di meravigliosi hindu). L'atmosfera è unicamente dolce, mistica e rilassata.
I fondamenti del Sikhismo
Il Sikhismo è una religione del libro. Come loro si esprimono in vari libretti che vengono distribuiti durante le visite al tempio il Sikhismo ha dei principi fondamentali:
- La convinzione in un solo Dio. Il Sikh vede la vita come un tutto interconnesso. Tutti gli esseri umani sono uguali e uguali davanti a Dio.
- Uguaglianza dell’uomo e della donna – gli uomini sikh hanno il cognome di “Singh” e le donne di “Kaur”. Parità di tutta l’umanità senza distinzione di razza, religione, casta o credo. Tutti sono uguali, tutti sono amati e rispettati.
- La fede nel libro Guru Granth Sahib, libro sacro Sikh o “Guru Vivente”. I Sikh venerano gli insegnamenti rivelati contenuti nel libro sacro, che appartiene a tutta l’umanità. I Sikh non credono a idoli e non adorano idoli e non hanno rituali ad idoli.
- La fede nel Guru. Il Sikhismo è una religione si tratta di una fede rivelata che è stata trasmessa attraverso mezzi umani.
- Il Sikhismo è una fede profondamente democratica, che pone grande enfasi sull’individuo e la libertà di scelta per tutti.
- Amore per tutti – Il Sikh prega ogni giorno per il benessere di tutta l’umanità. “Nanak Naam Chardikala, Tere Bane sarbat da Bhalla” (O Dio! Attraverso Satguru Nanak, il tuo nome può essere esaltato e possa tutta l’Umanità prosperare secondo la tua volontà
- Centrale per la fede Sikh è il servizio umile e volontario per chiunque ne abbia bisogno, non solo i poveri e si estrinseca almeno nel cibo e nell’alloggio gratuito al tempio ogni giorno per decine di migliaia di pellegrini
- Un Sikh mette al primo posto il fatto che le credenze spirituali devono essere costantemente testate e applicate nel mondo dell’azione.
- “Waheguru ji Ka Khalsa, Waheguru ji Ki Fateh”. Il Khalsa (la Comunità dei Sikh) appartiene a Dio ogni vittoria è la vittoria di Dio.
- La religione Sikh sostiene che: mentre la verità è alta, ancor più alta è una vita onesta.
Insomma, la religione Sikh non è solo una delle più grandi in India, ma è addirittura la quinta religione più grande al mondo, tra quelle ovviamente organizzate. Una filosofia ancora giovane, rispetto alle altre religioni, ma che ha già generato una cultura estesa e ben radicata. Meraviglie da vedere e da sentire dritte nello spirito, da sperimentare almeno una volta nella vita.
Torna alla panoramica